Peggiori marche di caffè: ecco quali non acquistare al supermercato

L’universo del caffè è vastissimo, e in continua crescita, vista la popolarità di questa bevanda molto amata, e dalla sua efficacia, unita al gusto e all’aroma che accomuna milioni di persone, ma anche per l’effetto legato al principale alcaloide, la caffeina, che per molti è diventata una necessità per avere energia.

Ovviamente chiunque, anche un principiante nel mondo del caffè, sa che la qualità del prodotto iniziale influisce molto sul risultato finale, che, come noto, è il frutto di un processo lungo e complesso che spesso inizia lontano. Come scegliere il caffè giusto ed evitare delusioni?

È utile elencare gli elementi che caratterizzano un prodotto realizzato con cura, anche senza berlo, semplicemente valutando quelle peculiarità che non sono solo un’ossessione da appassionati, ma che possono fare la differenza anche per la nostra salute.

Origini

Il Caffè è un piacere, se non è buono, che piacere è? Così recitava una vecchia e nostalgica pubblicità di una nota marca di caffè. Un vero intenditore sa riconoscere al primo assaggio un caffè di buona qualità da uno mediocre. La produzione di caffè è antichissima e si perde nel tempo.

Le sue origini di crescita e diffusione sono da ricercarsi nell’Etiopia e nello Yemen odierni. Ci sono molte leggende sulla prima “scoperta” di questa pianta erbacea, che cresce in climi caldi, la più famosa è quella di un pastore che capì il potere energizzante quando i suoi animali, mangiando le bacche e le foglie della pianta, diventavano più attivi.

La conoscenza di questa pianta ha portato alle prime infusioni delle bacche, ma anche dei chicchi, che quasi sempre vengono sottoposti a diverse lavorazioni, tra cui spicca l’indispensabile tostatura. Il caffè in chicchi al naturale ha un sapore e un aroma molto diversi da quelli che immaginiamo.

Tostatura

La tostatura non è l’unico fattore che determina la qualità del caffè, ma è importante capire cosa significa e come valutarne una ben fatta: una tostatura leggera produce un caffè meno scuro, con aromi più fruttati e naturali, quindi meno amaro e poco acido. Più la tostatura è intensa, più il gusto sarà forte e deciso.

Esistono diverse miscele, ma molto dipende anche dal tipo di macchina che usiamo. Se vogliamo valutare il sapore di una marca di caffè, è meglio iniziare con la varietà arabica, che è meno tostata e quindi permette di distinguere più facilmente i sapori, che non devono essere troppo acidi o troppo dolci (per questo è meglio evitare di zuccherarlo almeno la prima volta).

La tostatura influisce anche sull’efficacia della caffeina, ma forse non come pensiamo: un caffè che ci tiene svegli e attivi non è quello molto tostato, ma quello meno tostato. È proprio la fase di tostatura a ridurre, inibire e rendere meno forte la presenza di questo alcaloide, anche se è facile pensare il contrario.

Come scegliere il caffè

È importante valutare il tipo di conservazione e la data di tostatura. Anche se il caffè, se conservato correttamente (lontano dal calore e in luoghi poco umidi), si mantiene a lungo, il tempo che intercorre tra la tostatura e l’utilizzo nella nostra macchinetta dovrebbe essere il più breve possibile.

Inoltre, il caffè dovrebbe essere “tracciabile” dalla raccolta al confezionamento, se presente, tramite l’etichetta. È importante conoscere la provenienza del prodotto, la filiera e l’impianto di torrefazione. L’ideale sarebbe scegliere un caffè tostato da non più di 10 giorni, ma va bene anche un prodotto tostato fino a 3 settimane prima dell’utilizzo.

Un caffè più “vecchio” potrebbe essere meno profumato prima e dopo la preparazione e avere un sapore meno intenso. Se invece il caffè ha un odore di muffa o un sapore troppo aspro, probabilmente non è stato conservato bene o è troppo vecchio. Controllare bene la confezione.

Come deve essere il caffè

Dopo la preparazione, il caffè deve essere omogeneo nell’aspetto, sia nella consistenza che nel colore. Naturalmente, è meglio analizzarlo prima di mescolarlo. La schiuma dipende dalla preparazione, ma deve essere sempre presente, non troppo sottile, ma neanche troppo spumosa. Attenzione al fondo della tazzina: non deve esserci alcun grumo.

Non c’è un vero vincitore tra capsule e cialde: in genere, le capsule conservano meglio il caffè, quindi ci si può aspettare un periodo di freschezza più lungo, ma il costo è più elevato. È importante conservarlo con cura, come detto, evitando l’esposizione diretta all’aria o ai raggi solari, che ne compromettono l’essenza.

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