Quanto vale una chitarra Fender del 1990? Scopri il suo valore

Chiunque abbia familiarità con la musica sa bene quanto sia cruciale coltivare questa passione, avvalendosi di strumenti significativi che contribuiscano a suonare in modo consapevole e appassionato, proprio come desideriamo. Alcuni strumenti possiedono un valore che trascende la mera valutazione economica.

Tra gli strumenti, la chitarra è spesso fonte di grande ispirazione. Alcune hanno segnato la storia della musica mondiale, e tra queste spicca la Fender, un’icona che dimostra l’importanza di possederne una per un musicista in cerca di successo.

Fender è uno dei marchi più leggendari nel mondo degli strumenti musicali, soprattutto nel contesto della musica moderna. Esploreremo la sua storia, dalle origini ai giorni nostri, e i modelli che sono diventati iconici e di grande impatto emotivo.

La rivoluzione Fender degli anni ’40

Nel 1946, Clarence Leonidas, detto Leo, Fender, sfruttò la sua competenza di tecnico e innovatore californiano per fondare la Fender Electric Instrument Company. L’obiettivo era progettare e creare chitarre e bassi elettrici pratici, facili da produrre e usare, e compatti.

Nacquero così le prime chitarre con corpi solidi anziché cavi, migliorando il sustain e riducendo gradualmente il feedback. L’intento era ottenere un suono pulito con uno strumento innovativo e all’avanguardia.

Fender investì tutte le sue risorse per creare qualcosa di utile e importante. Fece il passo necessario per affermarsi, dando vita a uno degli strumenti più amati, accessibile a molti musicisti, ma capace di produrre suoni virtuosi solo nelle mani di un esperto.

I modelli più importanti

La prima chitarra elettrica fu la Telecaster del 1950 (inizialmente Esquire e poi Broadcaster). Questa mossa diede un impulso inclusivo al progetto Fender fin dall’inizio. Fu un azzardo ben riuscito, tanto da essere usata da artisti come Bruce Springsteen e Jimmy Page.

Poi c’è la Stratocaster, del 1954. È una delle chitarre elettriche più famose e riconoscibili. Ha un design ergonomico e presenta una rivoluzione: il ponte tremolo sincronizzato. Tra i suoi utilizzatori, Jimi Hendrix, Eric Clapton e John Mayer.

Tra gli anni ’60 e ’70, Leo Fender vendette la sua azienda alla CBS, causando un calo delle vendite e della produzione, e portando molti musicisti affezionati al marchio a passare alla Gibson.

Il rilancio degli anni ’80

Negli anni ’80, Bill Schultz, a capo di un gruppo di investitori, riportò l’azienda ai livelli precedenti, puntando sull’innovazione e sulla cura dei dettagli che avevano reso famose le chitarre Fender. I modelli storici ebbero un ruolo fondamentale.

Se in passato musicisti di talento erano stati attratti dalla praticità, dal suono e dalla musicalità di queste chitarre, era necessario riproporle, migliorandole, per chiudere il cerchio.

Partendo da questa idea, il nuovo gruppo di investitori trovò una soluzione semplice ma efficace. Pur mantenendo alta la qualità degli strumenti, si concentrarono su una produzione mirata ed eccellente, senza grandi novità, per riportare l’azienda alla leadership nella produzione di chitarre.

Oggi la Fender, un’azienda senza tempo

Oggi la fama di Fender è intatta. C’è un’attenzione particolare alle chitarre del passato. Una Fender del 1980 ha un valore incredibile, anche intorno al mezzo milione di euro per le edizioni limitate e per i pezzi appartenuti a personaggi di spicco nel mondo della musica.

Fender resta un’icona senza tempo, che guarda al futuro senza dimenticare il passato e concentrandosi sul presente, senza temere la concorrenza e puntando sull’innovazione, con una coerenza di qualità e contenuti che è il suo miglior marchio di fabbrica.

Lascia un commento